Da dove viene l'acqua termale del bacino euganeo?
Quanto si riteneva fino a pochi decenni fa - e cioè che l'acqua fosse riscaldata dalle masse vulcaniche presenti nel sottosuolo dei Colli Euganei - si è rivelato fallace.
Gli studi più recenti, dal 1981 in poi, hanno permesso di accertare che l'acqua calda che affiora nel bacino termale proviene dalle piogge che arrivano sulle Piccole Dolomiti, i monti che sorgono a nord-ovest di Vicenza, a un'altezza sui 1.500 metri.
L'acqua viene assorbita dal terreno, si fa strada fra le rocce e finisce nel sottosuolo delle montagne, prima, e della pianura veneta poi, fino a raggiungere una profondità fra i 3.000 e i 4.000 metri, dove viene bloccata per la presenza di un basamento cristallino impermeabile.
Per effetto di questo sprofondamento l'acqua subisce un riscaldamento geotermico, dovuto al calore interno della Terra, con una temperatura che arriva fino a 200 gradi. Sotto i Colli vi sono le antiche masse laviche ormai spente ma ricche di fratture. L'acqua sottostante caldissima e in forte pressione si fa strada lungo queste fratture e riemerge nel bacino termale euganeo con una temperatura che arriva a 87 gradi.
La verifica di questo lungo cammino dell'acqua si è fatta grazie a isotopi e si è potuto così fissare in 25 anni il tempo necessario all'acqua piovana.
– l’argilla (fango vergine) che viene estratta dallo stesso comprensorio euganeo ossia dai laghetti di Arquà Petrarca e Lispida,
– l ‘acqua termale calda proveniente dal sottosuolo,
– una componente biologica che deriva dalla microflora biologica costituita soprattutto da Diatomee e Cianoficee.
Negli stabilimenti termali, in apposite vasche, si lascia riposare questa miscela per sessanta giorni, tempo di maturazione del fango. Le diatomee e i cianobatteri colonizzano in questo periodo il fango, mentre scompaiono, in queste condizioni ambientali estreme, tutti gli agenti patogeni. Il proliferare invece di diatomee e cianoficee ha come risultato la produzione di metaboliti.
Tra i principali microrganismi che colonizzano il fango vi sono alcuni cianobatteri e tra questi, in particolare, uno dei più abbondanti è stato isolato e appartiene al genere Phormidium.
Questo cianobatterio è stato”depositato” alla banca dei batteri dell’Istituto Pasteur di Parigi e gli è stato dato il nome di ETS-05, ossia Euganea Thermal Spring, il numero 05 deriva dalla catalogazione dell’Istituto francese.
Questo batterio produce sostanze glicolipidiche dotate di un’elevata attività antinfiammatoria. I fanghi dove vive prolifera ETS-05 sono ricchi di queste sostanze e trovano applicazione negli stabilimenti termali del bacino euganeo sui clienti sofferenti di osteoartrosi, osteoporosi, reumatismi extra – articolari.
Le prove fatte all’Istituto Mario Negri di Milano hanno dimostrato che la fangoterapia attuata nel bacino termale euganeo è di gran lunga più efficace delle cure a base di cortisone e di indometacina e non dà luogo a effetti collaterali anche dopo ripetute applicazioni .
Forte di questa sperimentazione, il complesso termale euganeo è riuscito ad ottenere nel 2004 il brevetto europeo per il suo fango per la cura dell’osteoartrosi. Il Distretto Euganeo è la più grande stazione di cura termale in Europa specializzata in questo settore.
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